Ragusa – Cona del Gagini – Duomo di San Giorgio

Eliminata definitivamente l'umidità di risalita capillare

Committente
:
Duomo di San Giorgio
Ubicazione
:
Ragusa Ibla
Installazione Impianto Domodry®
:
Agosto 2011
Strumentazione di misura
:
termocamera IR – Sistema di monitoraggio microclimatico
Monitoraggio dell’umidità
:
Leonardo Solutions srl

Campagna sperimentale per la deumidificazione e il monitoraggio dell’umidità muraria. Deumidificazione completata.

La termografia IR evidenzia con il colore scuro la presenza iniziale di umidità muraria. La stessa immagine, ripresa alla fine del processo di deumidificazione, dimostra la scomparsa dell’umidità.

La Cona Gaginiana
L’ancona d’altare gaginiana, comunemente intesa “Cona”, fu commissionata al Magister Antoninus de’ Gagini – marmorum scultor – proveniente dalla città di Palermo dalla congregazione dei Sangiorgiari allo scopo di abbellire la zona absidale dell’antica chiesa di San Giorgio in Ibla, allora Matrice.

Iter di restauro
Nel 1992, su incarico del Comune di Ragusa e con fondi della legge speciale n.61/81, fu redatto il progetto per i lavori di restauro.
Il complesso monumentale era afflitto da gravi perdite materiche legate ad infiltrazioni di umido dall’alto, laterali da contatto e da umido di risalita. Un accurato esame diagnostico condotto dall’Opificio delle Pietre Dure sotto la direzione di A.M. Giusti e M. Matteini portò alla conclusione che tale degrado fosse da attribuire alla formazione di sali di cloruri, nitrati e solfati che, migrando veicolati dall’acqua, cristallizzavano in superficie e lentamente polverizzavano il modellato. Pertanto si ritenne indispensabile, come primo ed urgente intervento, la bonifica ed il risanamento del sito mediante la messa in opera di canali di aereazione, la rimozione dei tubi fognari rotti e la bonifica dei locali posteriori. Restava solo parzialmente irrisolto il problema dell’umido di risalita, giacché esso comportava il non autorizzato smontaggio totale dell’opera per intervenire anche alla base del monumento. Già nello studio di progetto si erano peraltro evidenziate le forzature e le manomissioni dell’originaria opera gaginiana: durante il restauro scultoreo del 2005, infatti, l’asportazione delle malte non originarie e degradate portò alla luce ben dodici statue nei piedritti delle colonne, occultate per carenza di spazio durante il riassemblaggio ottocentesco.
Seguirono poi le usuali tecniche di restauro con pulitura e consolidamento delle parti ammalorate, mentre l’inamovibilità dell’opera permetteva solamente la superficiale rimozione dei sali nocivi come operazione palliativa in attesa del suo smontaggio per la risoluzione definitiva del problema umidità. Durante lo studio preliminare di tale operazione veniva proposta ed applicata al monumento in oggetto una nuova tecnica di deumidificazione denominata “a neutralizzazione di carica”. L’intervento, basato su tecnologia concepita e sviluppata interamente in Italia, aveva lo scopo di effettuare un totale risanamento dell’umido di risalita in maniera completamente non invasiva. L’installazione del dispositivo elettronico, posto in un locale attiguo e non visibile ai visitatori, dava risultati tangibili e risolutivi interrompendo ed eliminando dalla Cona nell’arco di pochi mesi la presenza di umidità ascendente, tanto da rendere evitabile la rimozione del monumento.
Tale miglioramento è documentato dalle indagini svolte (termografie all’infrarosso).

Dott.ssa Arch. AdrianaVindigni, Progettista e Direttore Lavori degli Interventi di Restauro dellaCona. Metodo Scientifico ed innovazione tecnologica per la salvaguardia erecupero del patrimonio storico. Atti del Convegno – Ragusa, 5/6 Ottobre 2012